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"Per quanto le figure di Rembrandt ci appaiano intimamente scosse da una vita profonda, per quanto lunghe siano le fila del destino a cui sono intrecciate, nessuna di esse presenta quell'elemento caratteristicamente enigmatico tipico della Monna Lisa o del Giuliano de' Medici di Botticelli, delle teste dei giovanotti di Giorgione o del giovane inglese di Tiziano. Paragonato con essi il modo di concepire di Rembrandt è incomparabilmente più vibrante, procede nell'indistinto ma nonostante questo l'uomo rappresentato è per noi molto più aperto, un essere che ci è familiare." (Georg Simmel)